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“Il giorno dei morti in Messico, a differenza di quanto accade nella nostra cultura, non è un giorno triste anzi è un’occasione gioiosa per ricordare chi non è più con noi. I Calaveras, ossia teschi di zucchero, abbelliti con colori accesi e decorazioni vistose, sono una parte fondamentale della festa ed è da questi che l’iconografia di quello che noi conosciamo come “Teschio messicano” ha origine. Durante il “Dia de Los Muertos” (il tradizionale giorno dei morti) questi simboli presenti in tutte le case e in tutte le strade, vanno ad esorcizzare la morte, celebrandola con gioia e colori come qualcosa che non deve fare paura in quanto parte della vita stessa. I teschi messicani sono arricchiti nella decorazione con molti particolari e minuzia di dettagli che nascondono sempre una profonda simbologia. Ad esempio i fiori gialli di calendula, tradizionalmente dedicati alla Madonna, rappresentano l’esistenza, le ragnatele rappresentano la morte, e le rose, spessissimo utilizzate in queste raffigurazioni, simboleggiano il contrasto fra la bellezza e il suo decadimento. Differentemente dall’iconografia occidentale del teschio, i Calaveras sono sempre sorridenti, a manifestazione che la morte non è qualcosa da temere, i loro colori accesi e vivaci servono inoltre a ricordare ai vivi che i defunti stanno vivendo la loro vita ultraterrena in una dimensione di pace e serenità diversa dalla nostra. In questo progetto artistico si è voluto prendere il supporto e la simbologia dei Calaveras messicani per intraprendere un viaggio di ricerca grafica, pittorica e infine poetica incontrando diversi mondi e riferimenti culturali, al di là del tempo e dello spazio. I teschi sono stati dipinti da Beatrice Perbellini che per ognuno ha pensato ad un nome proprio e un’identità riferite a specifiche ispirazioni che vanno dalla cultura pop, a quella artistica cercando di riportarle agli stilemi e agli elementi caratteristici dei Calaveras. Dai dipinti è poi partito il poeta Michele Grigato che attraverso la sua sensibilità li ha interpretati, aggiungendo significato ad ogni teschio e trasformando le suggestioni pittoriche in parole.
Presentazione di Michele Grigato e Beatrice Perbellini
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