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Profondamente libera e democratica in questo suo impulso comunicativo, l’arte postale fa dell’ironia, della spontaneità e della provocazione il proprio linguaggio, infischiandosene di atteggiamenti paludati e della seriosità programmata insita nelle esposizioni “museali” delle opere d’arte. Anche quando, come in questo caso, le cartoline si radunano in un affollamento espositivo, si compiacciono di esporre le tracce concrete della loro migrazione e provenienza: francobolli, timbri, usura, eccetera… e ci invitano a ripercorrere un viaggio a ritroso fino a quel privato impulso espressivo e comunicativo da cui sono partite. Non è classista l’arte postale che affianca a una partecipazione collettiva artisti affermati, studenti, appassionati e dunque stili, linguaggi, caratteri, mondi. Si affida alla leggerezza del volo, si offre con gratuità, sfida la fragilità… Quanto basta credo per dare credito a queste interessanti opere d’arte in formato di cartolina, posarci gli occhi da una parte e dall’altra toccandole con fare confidente. Il comune denominatore di tutte queste mail art è la presenza di una o più tecniche di stampa. La possibilità per gli artisti di lavorare su una dimensione minore e con maggiore leggerezza ha fatto sì che si sentissero maggiormente liberi e sperimentali. È quindi interessante, e anche istruttivo, poter osservare a quale punto oggi arrivi la sperimentazione nel settore della stampa d’arte e quanto la stessa sia propensa alle mescolanze e alle commistioni con altre tecniche.
Valeria Bertesina, Curatrice
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